Picchia donna e la via si ribella

busto arsizio via carlo porta

Da: La Prealpina, Picchia donna. E la via si ribella, Domenica 27 Agosto 2017: http://www.prealpina.it/pages/picchia-donna-e-la-via-si-ribella-149571.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook


Lei era in ginocchio sul marciapiede, il capo chino e le braccia alzate per proteggere il volto dalle botte.

Lui era in piedi davanti a lei e la colpiva con calci e pugni. È successo il pomeriggio di venerdì 25 agosto, in via Carlo Poerio, a poche centinaia di metri dal centro.

A salvare la donna, che non aveva alcuna possibilità né di scappare né di resistere al fidanzato che la stava malmenando, sono stati i residenti, che vista la scena sono scesi in strada e hanno circondato l’uomo, tenendolo impegnato fino all’arrivo dei carabinieri.

La violenza

C’è una città che non si volta dall’altra parte, che è pronta a mettersi in gioco indipendentemente dai rischi e dal colore della pelle di chi ha bisogno.

«Quando ho visto quella donna di colore sul marciapiede non ci ho pensato due volte – racconta Luca Torno, che in via Poerio divide uno studio con i colleghi -. Ero in auto con un collaboratore, abbiamo visto quel gigante dalla pelle scura che picchiava come un pazzo.
Fermata l’auto ci siamo messi a gridare, i colleghi ci hanno sentito e sono scesi in strada, si sono mossi anche altri residenti. È stato a quel punto che la donna ha cominciato a chiedere aiuto». La situazione non era semplice: bisognava prendere un telefono e chiamare il 112, certo. Ma poi? Bisognava chiudersi in ufficio e aspettare i carabinieri? E se quello nel frattempo ammazzava di botte la ragazza? In quel momento oltre alla coppia di africani in strada c’erano cinque uomini.

«Abbiamo cominciato a gridare che non si picchiano le donne – racconta Torno -. L’uomo ha risposto che non erano fatti nostri. Abbiamo detto che avevamo chiamato i carabinieri, quello ha risposto che non aveva paura di finire in carcere».

Prendere tempo

Lo straniero era decisamente ben piazzato, i cinque hanno capito che affrontarlo non sarebbe stato possibile. L’unica era prendere tempo, cercare di distrarlo per fare in modo che smettesse di picchiare. Uno ha preso un tubo di cartone e ha cominciato ad agitarlo nel modo più minaccioso possibile, un altro ha afferrato un lungo utensile e ha cominciato a sbatterlo contro un cancello, facendo un gran rumore.

Tutti gridavano, e così l’africano ha cominciato a perdere il controllo della situazione. La donna era la sua compagna, aveva tutti i diritti di batterla. Ma in mezzo a tutta quella confusione non sapeva più se lanciarsi contro di lei o contro gli uomini che gli stavano attorno.

«Alla fine abbiamo raggiunto l’obiettivo – aggiunge Torno -, risparmiando un po’ di botte a quella povera ragazza che in ginocchio sul marciapiede continuava a chiedere di essere aiutata».

I carabinieri

Dopo una manciata di minuti in via Poerio è arrivata una pattuglia dei carabinieri. Con i militari l’africano si è mostrato un po’ più trattabile, grazie all’intervento dei residenti che erano scesi in strada per proteggerla la ragazza non aveva subito ferite gravi.

Valutato che non c’era bisogno dell’intervento di personale sanitario, i due sono stati fatti salire in auto e portati in caserma per gli accertamenti del caso.

Adesso tocca alla ragazza decidere se denunciare o meno il suo fidanzato, che quindi è stato identificato e rilasciato.

«Non siamo stati degli eroi – afferma Torno -. Semplicemente non abbiamo chiuso gli occhi davanti alla violenza».

 

 

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