IL NEGOZIO DEL FUTURO: A BUSTO ARSIZIO UN GRANDE SUCCESSO

La Provincia Varese del 27 marzo 2017, ha pubblicato gli esiti dell’evento organizzato ai Molini Marzoli di Busto Arsizio dal Gruppo Giovani della Confcommercio della provincia di Varese su «Il Negozio del futuro» che ha riscosso un notevole successo di partecipazione e di interesse. Il negozio del futuro? «Deve comunicare su internet e sui social network». Parola di Rudy Bandiera, il “guru” del digital business da 85mila follower. «0 si cambia, o si muore» lo ribadisce anche Massimo Torti, segretario generale di Federazione Moda Italia. Al convegno del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Varese c’erano circa 200 persone, «un grande successo» per gli organizzatori, in primis il presidente Luca Zambrelli e il vicepresidente Daniele Caiafa. Un’occasione per ascoltare testimonianze di professionisti della comunicazione e del marketing, alla presenza delle istituzioni, dal sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli a Fabio Lunghi della Camera di Commercio di Varese, degli sponsor e di Royal Time, adv e media partner, e per prospettare «nuove opportunità di crescita per le aziende già esistenti e per le start-up del futuro, per dare vita a realtà di successo e a strategie vincenti di medio-lungo termine». L’intervento più atteso era quello di Rudy Bandiera, che ha ricordato due concetti fondamentali degli acquisti nell’era digitale, quello che viene chiamato «zero moment of truth», ovvero il passaggio che il consumatore fa ormai quasi sempre di «ricerca su internet di informazioni su un prodotto che si vuole acquistare», e la cosiddetta «cooperazione Tripadvisor», visto che «due terzi dell’economia sono influenzati dai consigli personali». Ecco perché «bisogna essere lì. Se non siete Tim Cook di Apple dovete comunicare sui social», l’invito di Bandiera. In una fase di cambiamento che è «come un’onda, o la cavalchi o ti travolge», per un commerciante qualsiasi «l’unica differenza rispetto ad Amazon è la nostra faccia, la nostra credibilità, la fiducia che instilliamo». Complesso? Non necessariamente, perché Leonardo Costa di ePrice, l’unico marketplace italiano, ricorda che «il marketplace, lo spazio intermedio per vendere online, è un punto di partenza ideale per chi vuole affacciarsi all’ecommerce e non sa come fare». Anche perché di fronte a questo «tsunami, per cui o si cambia o si muore», ammonisce Massimo Torti di Federmoda, «mentre si parla di industria 4.0, il retail oggi è 0.2 se ci arriva». Torti fa notare che «c’è una grande potenzialità inespressa» che impone, da un lato, il ricorso a «indicatori» per valutare le proprie azioni («non si può più andare a pancia»), dall’altro alla «complementarietà e multicanalità». Ciò non significa che il web sia da considerarsi la panacea di tutti i mali del commercio, come ha ricordato il segretario generale di Confcommercio Lombardia Giovanna Mavellia. Richiamando la necessità di innovare, ad esempio venendo incontro alle abitudini di consumo dei “millennials”, e di professionalizzarsi sempre di più, sfruttando anche strumenti come le reti d’impresa. «Tra la metà di aprile e maggio – l’annuncio di Mavellia – usciranno due bandi per finanziare fino al 40% le attività del turismo, come alberghi, bar e ristoranti, e un bando per le startup. In quest’ottica le Ascom sono un punto di riferimento. Ad esempio hanno avviato un importantissimo progetto, con la app MyShopping, una vetrina virtuale che ha ricevuto un grande plauso a livello nazionale».

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